“com’è difficile rimanere calmi e indifferenti mentre tutti intorno
fanno rumore” dice una famosa canzone di Battiato.
Cosa
fare quando gli altri sono arrabbiati? Come gestire la rabbia
dell’altro?
L’altro? Chi è l’altro?
Già perché la risposta a questa domanda fa spesso la differenza! Me ne accorgo
in continuazione, se qualcuno per strada
è arrabbiato e magari se la prende anche con me è un conto, ma se la rabbia è in casa mia e il mio partner se la
prende con me, è un’altra cosa!!!
Lo strumento pratico di
questo articolo fa leva proprio su questo, ma ci arriviamo…
Ci hai fatto caso? Se il
giornalaio sotto casa è arrabbiato e se la prende con te che stai passando il
quel momento, la cosa non ti prende per niente, se invece lo fa
il tuo partner, o il tuo capo o la tua collega a lavoro ti prende e come!!
Prende, prende prende e quanti ne uso! Non potevo usare un sinonimo!! Uso “prende” perché mi fa comodo per introdurre un altro termine, molto usato dagli psicologi, “agganciare” e “farsi agganciare”. È chiaro no?
Prende, prende prende e quanti ne uso! Non potevo usare un sinonimo!! Uso “prende” perché mi fa comodo per introdurre un altro termine, molto usato dagli psicologi, “agganciare” e “farsi agganciare”. È chiaro no?
Il giornalaio, che “gli
girano” per conto suo, cerca di agganciarti e tu non ti fai agganciare. Se lo
fa il capo o il tuo partner tutto cambia!! Ti
aggancia e ti fai trascinare!!
E stai pur certa/o che in
tutti i due i casi:
1) L’altro
se la prende con te e proprio con te
2) L’altro
è arrabbiato per motivi del tutto suoi!!!! E sempre solo suoi! Anche quando ti
vuole coinvolgere!
E allora dove sta la
differenza?
In te e nella tua capacità
di farti agganciare! Bada bene mi riferisco a te per essere più diretto,
purtroppo la cosa capita anche a me! E come!!! Ma adesso abbiamo degli strumenti che possiamo usare in nostro soccorso.
Intanto
già averne parlato –quando
hanno fatto a me l’esempio del giornalaio mi si è aperto un mondo! (Che forse prima
era sin troppo ovvio per farci davvero caso)- permette di poterlo osservare quando capita.
Osservare! Ne parlo
spesso… … e ne riparlo ancora adesso!!!! Troppo importante!
Immagina un fiume in piena. Tu in che posizione
ti trovi?
1) Sei in piena corrente
trascinato via dalla forza dirompente delle acque.
2) Sei sul bordo
laddove le acque lambiscono i tuoi piedi, non sei ancora nella corrente, ma
basta un passo falso o un’ondata di piena del fiume e tu sei risucchiata/o via!
3) Sei seduta/o in una zona sicura in
cui osservi il fiume ne senti la forza, gli odori e magari, in caso di piena,
ti arriva anche qualche schizzo addosso.
In
tutti questi casi puoi vivere pienamente la forza del fiume!
Anzi a guardare bene e più a fondo dei tre, la posizione in cui la vivi meglio,
è quella in cui la puoi osservare invece di essere preoccupato a “salvarti”.
Osservare significa spesso
“godersi pienamente la vita” per quella che è!
Quando ti accorgi che c’è
rabbia intorno a te, in qualche modo attiva anche la tua: sposta subito l’attenzione
sulla TUA rabbia! In che posizione
la stai vivendo?
1) Sei
trascinata/o via dalla rabbia?
2) Sei
al limite?
3) Stai
osservando?
4) Stai
andando via o girandoti dall’altra parte –nei
tre di sopra questa eventualità non c’è semplicemente perché significa scappare
e non accettare la situazione, può succedere quando non siamo in grado di
sostenere il contesto e potrebbe avere delle conseguenze anche negative (ma
questa è un'altra storia…)
Soffermati un attimo a
pensare… Immaginati immersa/o nel fiume in piena della rabbia, in quel momento
ti ricordi di porti la domanda, e ti chiedi? “dove sto io rispetto alla rabbia” e
osservi che sei, appunto “trascinata via dalle acque”… che verbo ho usato?? OSSERVI!!
È questo il paradosso o
meglio il “miracolo” di cui siamo tutti capaci!! Come basta un attimo per essere trascinati via,
allo stesso modo basta un attimo per rimetterci
nella posizione di chi osserva! Fermandoti a chiederti: “come sto?”. In
questo modo, certo, rimaniamo in preda alla rabbia, ma abbiamo già messo un
piede sulla riva e possiamo risalire a terra ferma, più facilmente.
“Vabbè” potresti dirmi a
questo punto, “ma non dovevamo parlare dell’altro? Qui stiamo a parlare di me!”
Verissimo! Il punto e che l’altro NON lo possiamo cambiare, non
direttamente. Ma “lo” possiamo cambiare cambiando noi!!
“Non
creare altra sofferenza” dice spesso Thanavaro, uno dei miei mentori! Ecco la
grande opportunità!
1) Non
aggiungere altra rabbia alla rabbia.
2) Comprendere
l’altro e capire che c’è del dolore in lui/lei e non rispondere aggiungendo il
carico del nostro!
3) Accettare
il dolore dell’altro! –ricordandoci anche
di accettare il nostro.
Strumenti
pratici: 1) Quando ti accorgi che qualcuno si rivolge a te
arrabbiato pensa al giornalaio: se al posto “suo” ci fosse il giornalaio per
strada cosa faresti? Ti ricorderesti che “è tutta roba sua” è rabbia “sua” e
non ti riguarda, se non per il dolore che
proveresti nel vedere una persona col “suo” dolore. 2) Domandati dove ti
trovi rispetto al fiume e ricordati che puoi assumere sempre la posizione di
chi “osserva” semplicemente domandandoti: dove ti trovi. 3) Non aggiungere la
tua sofferenza a quella degli altri: puoi comunicarla senza innescare un meccanismo
di botta e risposta o azione (fisica o solamente verbale) rabbiosa contro
azione rabbiosa.
Questa pratica è sempre
possibile! Io la pratico! Ci riesco sempre? No, ahimè, non sempre: è vero è più
facile parlare di queste cose che farle… Ma “mi perdono” quando non ci riesco e
“perdono” l’altro. Ti assicuro che da quando adotto questo sistema, sono molto
meno rabbioso e anche intorno a me, a lungo andare, le cose vanno meglio.
Sperimenta anche tu e
fammi sapere!
Leggi
anche tutti gli altri post sulla rabbia
Come
“domare la rabbia” – Come usare la rabbia
Come
“domare la rabbia” – Comunicare
da arrabbiati
Come
“domare la rabbia” – il
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Come
“domare la rabbia” – riconoscerla
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Come
“domare la rabbia” – TEST di Autovalutazione
Come
“domare la rabbia” – sfogare
la rabbia
Image: Maggie Smith /
FreeDigitalPhotos.net
GRAZIE !!!!!!! FAVOLOSO !!!!! Ho già visto che la miglior consapevolezza e la gestione dei propri pensieri cambia radicalmente il modo di vivere con sé stessi e di conseguenza tutte le relazioni umane. Questi tuoi post molto pratici e chiari li leggerò e metterò in pratica di sicuro. La consapevolezza fa vedere anche quanda rabbia si annida in noi e come ci tenda ogni muscolo fino a farci venire la maggior parte dei malanni. Grazie ancora Claudio.
RispondiEliminaè vero Laura, tenersi la rabbia ci fa venire malanni e ci autolesione, esternarla, bisogna farlo con molta cautela, ma è la strada migliore, basta farlo con consapevolezza facendolo in modo che anche la strada di esternarlo non crei danni a noi ed agli altri e tutto parte da li: consapevolezza!
Eliminasono proprio daccordo con te, grazie del parere