Come
uscire dalle “Pippe mentali” o “Pensiero compulsivo”.
“Cogito ergo sum” diceva
Cartesio?
“Coito ergo sum” diceva un
mio amico goliardico ai tempi del liceo!
E indovina chi mi stava
più simpatico?
Non solo ma ho scoperto
che mentre la tesi del mio amico, per quanto goliardica ha del vero, quella di
Cartesio è davvero falsa: una presa per i fondelli durata secoli!!
Già perché Cartesio
afferma che tu “sei perché pensi”.
E
NON è così!! È un inganno!! Un grande inganno che ci porta tanta, ma tanta sofferenza!!
Io l’ho scoperto quasi per
caso e ti assicuro che faccio ancora molta, molta fatica a non farmi trascinare
dalla corrente dei pensieri.
Perché affermo con
naturalezza che è un inganno?
Intanto perché ero un amante
del pensiero, e in adolescenza mi estraniavo dalla realtà usando proprio la
filosofia, Cartesio, e mille pensieri.
Hai capito: bene usavo i pensieri, per non pensare! O
meglio per non guardare la realtà in cui
vivevo. Per non accettare una realtà, che talvolta non è neanche così male
– ed era sicuramente anche il mio caso – solo per inseguire il pensiero come se mi permettesse di avere tutto sotto controllo.
Ma come puoi “avere” il controllo della situazione se neghi la realtà
della situazione che vorresti “controllare”?
Se scappo dalla realtà
come posso “controllare” qualcosa?
Posso solo vivere in un
mondo di astrazione e, ogni volta che il
mio mondo di fantasia si confronta – e questo è inevitabile - con quello reale: ecco la sofferenza e
tanta! Ma Tanta!!
Wikipedia dice che l’ansia è “una
mancata risposta di adattamento dell'organismo ad una qualunque determinata e
soggettiva fonte di stress per l'individuo stesso”
L’ansia
è una preoccupazione per un fattore (reale o immaginario) che
è vissuto come imminente. Ovvero l’ansia arriva quando “sta” per succederti
qualcosa. NON quando sta succedendo: prima! Magari solo un attimo prima! Ma
prima.
È come essere preoccupati
della prossima curva prima di esserci arrivati: a che ti serve? Mica puoi fare nulla! Che fai giri la macchina prima della curva: finisci male! Fermati,
prendi fiato osserva il respiro ed il pensiero (che è una forma di meditazione:
torni dal futuro all’Adesso), quando l’ansia è passata riprendi la macchina e quando sei in curva, semplicemente, curvi!
È
la follia delle “persone sane”! Una follia che tutti
abbiamo e che, quando si esaspera diventa patologica e “follia” riconosciuta
anche socialmente. Ma se ci pensi bene la differenza sta solo lì, nel
socialmente accettabile. Per il resto, come
il folle finiamo per farci dei grandi discorsi da soli: o parli da solo (a
bassa o ad alta voce) esattamente come fanno i folli! Pensieri compulsivi,
pippe mentali.
Un esempio:
“perché io gli ho detto…
allora lui mi ha detto… ma se lo becco, gli dico… e se lui mi risponde… allora
io gli dico… Quando sarò ricca/o mi compro… e faccio tanto bene agli altri…” Ti
ci riconosci?
È come volere guidare la
macchina non mettendo le mani al volante e guardando tutt’altro tranne che la
strada! (Alla lunga si finisce male: garantito!)
Vuoi
vivere serenamente?
Comincia a usare il pensiero e smettila di farti usare dal pensiero!!
Già perché forte dell’affermazione
di Cartesio, un pensatore (ci hai mai pensato? Un pensatore che esalta il
pensiero: porta l’acqua al suo mulino!), tu hai smesso di usare il pensiero come un utile strumento a tua
disposizione, ma lo hai confuso con il tuo stesso essere! Così finisci per
essere tu usato, trascinato via, dal tuo stesso strumento: ma sei tu a farlo:
lui non ha questo “potere” sei tu (tranquilla/o quasi tutti, io incluso) a
usare il pensiero in questo modo!!
Una dimostrazione?
Calma, Ci arriviamo!
Prima vediamo cosa succede. Uso una analogia che ho usato anche in questo
articolo sulla rabbia: Come
domare la rabbia – cosa fare con la rabbia degli altri, (anzi la “copio” quasi così come
era)
Sai osservare i tuoi pensieri? In che posizione stai
rispetto ai tuoi pensieri?
Immagina un
fiume in piena. Tu in che posizione ti trovi?
1) Sei in piena corrente trascinato via dalla forza dirompente delle acque.
2) Sei sul bordo
laddove le acque lambiscono i tuoi piedi, non sei ancora nella corrente, ma
basta un passo falso o un’ondata di piena del fiume e tu sei risucchiata/o via!
3) Sei seduta/o in una zona sicura in cui osservi il fiume, ne senti la forza, gli odori
e magari, in caso di piena, ti arriva anche qualche schizzo addosso.
In tutti
questi casi puoi vivere pienamente la forza del fiume! Anzi a guardare bene e più a fondo dei tre, la
posizione in cui la vivi meglio, è quella in cui la puoi osservare invece di
essere preoccupato a “salvarti”.
Osservare significa spesso “godersi pienamente la
vita” per quella che è!
Quando ti accorgi che c’è un groviglio di pensieri in
te: domandati subito in che posizione la stai vivendo?
1) Sei
trascinata/o via dal pensiero compulsivo (le pippe mentali)?
2) Sei al limite?
3) Stai
osservando?
Soffermati un attimo a pensare… Immaginati immersa/o
nel fiume in piena dei pensieri, in quel momento ti ricordi di porti la
domanda, e ti chiedi? “dove sto io rispetto ai pensieri” e
osservi che sei, appunto “trascinata via dalle acque”… che verbo ho usato?? OSSERVI!!
È questo il paradosso o meglio il “miracolo” di cui
siamo tutti capaci!! Come basta un
attimo per essere trascinati via, allo stesso modo basta un attimo per rimetterci nella posizione di
chi osserva! Fermandoti a chiederti: “Come sto?”.
In questo modo, certo, rimaniamo potenzialmente in
preda ai pensieri, ma abbiamo già messo un piede sulla riva e siamo risaliti
sulla terra ferma, “solo” osservando i pensieri. Ne abbiamo riguadagnato il “controllo”.
Vorrei tranquillizzarti: siamo tutti in preda dei
pensieri! Saperlo ci da un’occasione in più per uscirne dalla corrente
distruttiva e recuperare lo “stato di flusso” sano (vuoi sapere che è? Calma ne
riparleremo, la frase rende bene l’idea: “stato di flusso” sembra fico, vero?).
Non mi sono dimenticato della dimostrazione: la trovi qui
sotto, tra le cose da fare.
Ma vediamo cosa
puoi fare:
1)
Quando ti accorgi
che sei in preda a pensieri compulsivi (le pippe mentali) ricordarti del fiume in piena e domandati in che posizione, ti trovi
rispetto al pensiero: basta questa domanda per recuperare la posizione da
osservatore.
2)
Ti avevo promesso
una dimostrazione! Bene questa non è
solo una dimostrazione ma anche un ottimo strumento di meditazione.
Segui le indicazioni di quel maestro che a un interessato alla meditazione per la prima volta disse: “Vai in quella grotta e NON pensare per un giorno intero (magari tu accontentati di qualche minuto, anche cinque minuti possono bastare!)!” Il giorno dopo il meditatore tornò dal maestro e gli disse “Non ci sono riuscito, se non per brevi attimi”. “Bene” rispose il maestro “Adesso torna nella grotta e PENSA per uno giorno intero (tu fallo sempre per pochi minuti)”.
Il giorno dopo, di nuovo: “Anche in questo caso non riuscivo a controllare il pensiero, quando mi dicevo di pensare i pensieri non arrivavano”. “Bene, disse il maestro come vedi tu, non hai nessun controllo sui pensieri”.
Esatto anche tu (ed io ovviamente) non hai nessun controllo sui pensieri! Come potresti essere in quanto pensiero – ricordi? “cogito ergo sum: penso quindi sono”-, come dice Cartesio se non ne hai nessun controllo sul tuo pensiero??
Tu NON SEI IL TUO PENSIERO. È come un organo di senso o il respiro sono funzioni dell’essere non il “vero” essere. (Tra l’altro dire: “respiro, quindi sono” mi sembra molto più vero :))
Segui le indicazioni di quel maestro che a un interessato alla meditazione per la prima volta disse: “Vai in quella grotta e NON pensare per un giorno intero (magari tu accontentati di qualche minuto, anche cinque minuti possono bastare!)!” Il giorno dopo il meditatore tornò dal maestro e gli disse “Non ci sono riuscito, se non per brevi attimi”. “Bene” rispose il maestro “Adesso torna nella grotta e PENSA per uno giorno intero (tu fallo sempre per pochi minuti)”.
Il giorno dopo, di nuovo: “Anche in questo caso non riuscivo a controllare il pensiero, quando mi dicevo di pensare i pensieri non arrivavano”. “Bene, disse il maestro come vedi tu, non hai nessun controllo sui pensieri”.
Esatto anche tu (ed io ovviamente) non hai nessun controllo sui pensieri! Come potresti essere in quanto pensiero – ricordi? “cogito ergo sum: penso quindi sono”-, come dice Cartesio se non ne hai nessun controllo sul tuo pensiero??
Tu NON SEI IL TUO PENSIERO. È come un organo di senso o il respiro sono funzioni dell’essere non il “vero” essere. (Tra l’altro dire: “respiro, quindi sono” mi sembra molto più vero :))
3)
Allenati a osservare i pensieri meditando: scarica (se non lo hai ancora fatto) la meditazione sulla
fascia in alto a destra, ci trovi una finestrella in cui, mettendo il tuo nome
ed email, riceverai immediatamente gratis
una meditazione guidata. È un ottimo modo per allenarti a stare nel momento
presente, nell’Adesso, nel qui e ora, per essere Felice Adesso. Ma non basta
averla scaricata: Va usata! Usala!
ahhhhhhh..non ci riesco..mi rendo conto di essere nel fiume in piena....provo con le tue meditazioni,anche quella dell'osservazione della fiamma di una candela...ma niente, tempo 5 minuti e sono al punto di partenza...pz complimenti per l'articolo:)
RispondiEliminaahhhhhh! tranquillo (o tranquila)stai in buona compagnia!!! ;)
RispondiEliminaanche io ho un pensiero dietro l'altro!
L'allenamento continuo serve ad allargare gli spazi di vuoto tra un pensiero ed un altro! è davvero come andare in palestra!!
In effetti volevo fare una meditazione sulla fiamma della candela ma non ricordo di averla già fatta :)
grazie per la condivisione, talvolta è utile sapere che è comune la difficoltà rispetto ai pensieri.
Sono fermamente convinto che già essere consapevoli che ci facciamo portare via dalla corrente dei pensieri è un cambiamento ENORME rispetto a non saperlo! o a pensare che siamo addirittura "noi" il pensiero.
anchhe io ero convinta di "essere" il pensiero. Grande amante dello studio della filosofia cercavo sempre di prendere esempio dal loro " pensare", ritenendo che ciò fosse essenza del nostro essere. Mi sono resa conto di essere sulla via sbagliata quando mi sono accorta che i pensieri avevano il controllo su di me! loro avevanp ( o meglio hannol ancora) il potere di farmi nascere o togliere un sorriso, di essere più calma o di pessimo umore. Ciò è bruttissimo, nn ti fa sentire padrone di te stesso!
Eliminadopo alcune esperienze difficili ho cominciato a sentire l'esigenza di un cambiamento, di stare bene indipendentemente da c hi mi circonda e da cosa fanno. Per questo mi sono avvicinata alla meditazione e leggo il tuo blog, ma aimè ancora nn vedo i risultati!
C'é da dire che per il lavoro e tanti cambiamenti in questo ultimo periodo nn posso pretendere miracoli, ma a volte mi chiedo..perchè è così difficile essere sereni quando dovvrebbe essere la condizione base di ognuno di noi? voglio dire, chi vuole stare male?? suppongo nessuno, però pare sia LA COSA PIù FACILE DA METTERE IN PRATICA!!!
Quando parli del pensiero e della filosofia mi ci rispecchio a pieno!
RispondiEliminaSono daccordo: tutti vogliono essere felici. E la felicità come ce l'hai (perchè ce l'hai) sfugge!!
I risultati sono difficili da osservare guardando al futuro (verso un ideale di felicità), ma puoi osservere il presente confrontandolo col passato: in questo modo potrai vedere i risultati che altrimenti non vedresti.
Guardandoti allo specchio tutti i giorni non ti percepisci diversa, ma confrontandoti con una foto del passato, sì.
Da quello che scrivi immagino che, attraverso la meditazione, il blog, e altro (che immagino tu faccia per te. Adesso stai facendo qualcosa di concreto per te stessa che prima, quando stavi attraversando esperienze difficili, non facevi. Questo è un cambiamento!
Mi viene da pensare che sia frutto di quella scelta di cambiamento che hai operato proprio nell'apice delle difficoltà.
Insomma, per quanto sia effettivamente difficile, da una parte, dall'altra immagino che la tua vita sia migliorata rispetto a quei momenti e questo è un risultato: guardalo, accoglilo. è un risultato vero e tangibile(almeno immagino lo sia) non è l'ideale (che in quanto ideale non è mai vero: appartiene alle idee)
un caro saluto da un altro ricercatore di "felicità".
A proposito: già l'essermi messo in cammino verso la ricerca della felicità mi rende un po' più sereno e la mia vita ne gode il cambiamento.
Vorrei fare una domanda per dei chiarimenti...
RispondiEliminaVolevo chiedere se va bene visualizzare i pensieri in terza persona ...
RispondiEliminaTipo come se stessi guardando un film..
ottimo, si tratta di sviluppare l'osservatore. Il paradosso e che benchè ti sembra di osservare te stesso dall'esterno, quasi può sembrare essere più assente, in realtà sei meno coinvolto emotivamente compulsivamente, ma sei più protagonista della tua vita: la vivi più pienamente.
EliminaGrazie mille!
RispondiEliminaComplimenti, bell'articolo!
RispondiEliminaRicco di spunti e idee pratiche. Anch'io ho letto molto in passato di questo argomento perchè c'è stato un periodo in cui mi "massacravo di pippe mentali". Col tempo ho imparato a gestire questi pensieri negativi e ho deciso di condividere con chi ne abbia bisogno la mia piccola esperienza per impararare a come smetterle di farsele.