“non lo farò mai più”
e poi ricadi nello stesso errore! Perché succede?
Scopri
come una semplice domanda può aprire una
nuova via d’uscita.
Nella
sua “Autobiografia in cinque parti” Portia Nelson dice:
1.
Cammino per strada.
C'è un buco profondo nel marciapiede.
Ci cado dentro.
Sono perduta, sono disperata.
Non è colpa mia.
Ci vorrà un’eternità per uscirne.
2. Cammino per la stessa strada.
C'è un buco nel marciapiede.
Fingo di non vederlo
e ci cado di nuovo.
Non posso credere di essere allo stesso posto.
Ma non è colpa mia.
Ci vorrà molto tempo per uscirne.
3. Cammino per la stessa strada.
C'è un buco nel marciapiede.
Lo vedo.
Ci cado dentro, è un’abitudine.
I miei occhi sono aperti,
so dove sono.
E' colpa mia.
Ne esco immediatamente.
4. Cammino per la stessa strada.
C'è un buco nel marciapiede.
Ci giro attorno.
5. Cambio strada.
C'è un buco profondo nel marciapiede.
Ci cado dentro.
Sono perduta, sono disperata.
Non è colpa mia.
Ci vorrà un’eternità per uscirne.
2. Cammino per la stessa strada.
C'è un buco nel marciapiede.
Fingo di non vederlo
e ci cado di nuovo.
Non posso credere di essere allo stesso posto.
Ma non è colpa mia.
Ci vorrà molto tempo per uscirne.
3. Cammino per la stessa strada.
C'è un buco nel marciapiede.
Lo vedo.
Ci cado dentro, è un’abitudine.
I miei occhi sono aperti,
so dove sono.
E' colpa mia.
Ne esco immediatamente.
4. Cammino per la stessa strada.
C'è un buco nel marciapiede.
Ci giro attorno.
5. Cambio strada.
Brano tratto da: Il libro tibetano del vivere e del morire (Civiltà dell'Oriente) Di Sogyal Rinpoche
Questa
tendenza a ripetere lo stesso “errore” in
psicologia la chiamano: “coazione a ripetere” ovvero una tendenza a
ripetere la stessa cosa.
Ma perché siamo cosi “scemi”
da rifare lo stesso errore?
In realtà noi tendiamo a ripetere la stessa “soluzione” non lo stesso errore…
Ognuno
di noi, in passato, è uscito da certe difficoltà
adottando una strategia. Questa strategia ha delle conseguenze, e tra
queste conseguenze c’è anche il famoso “errore”.
Quindi
non nasce perché siamo “scemi”, al contrario perché ci sembra istintivamente la cosa più giusta da fare. Esattamente
come lo è stato in passato. Ma il fatto che lo sia stato in passato non ci obbliga
a ripeterlo in futuro. Anche perche in certi casi la stessa strategia può
causare più danni che benefici. Allora perché lo facciamo?
Semplice
perché le soluzioni a noi più familiari,
o le abitudini (vedi l’articolo: La
dieta, i soldi e le cattive abitudini) anche se “sbagliate”, ci sembrano le migliori se non,
addirittura le uniche!
Nel
mio gruppo di psicoterapia, vedo spessissimo negli altri, e in me, questa
difficoltà a uscire dal comportamento “sbagliato” per adottarne uno diverso.
Ti
assicuro che nonostante appare ovvio –dopo un lavoro di consapevolezza- che
quel comportamento porta e certe conseguenze negative, è difficile, molto
difficile, tanto difficile adottarne
uno diverso!
Parlo
per esperienza diretta! Per me lo è!
Ma
si può fare!!!
Come?
Calma,
ci arriviamo…
Prima
ti voglio parlare meglio di un particolare della “coazione a ripetere” che per
me è uguale-uguale al concetto di Karma per i meditatori…
Il concetto di
causa-effetto.
Bada
bene non il concetto di karma per gli Induisti, dove tutto è già determinato e
tu non puoi “farci nulla”; ma quello dei Buddisti, dove se da una parte c’è una
tendenza legata alle esperienze passate, dall’altra, lavorando sul presente, sull’Adesso, puoi determinare un cambiamento
nel tuo futuro. (hai letto: L'Adesso
il "luogo" per essere felici?)
La
“coazione a ripetere”, esattamente come il karma è una legge di causa-effetto.
Che vuol dire? Che se io compio un’azione (metto la mano nell’acqua) avrò un
effetto (avrò la mano bagnata). A sua volta l’effetto mi spingerà a un'altra azione
(userò l’asciugamano) che avrà un altro effetto (l’asciugamano sarà umido). Quindi ogni causa ha un effetto, ed ogni
effetto diventa causa di un altro effetto…
Ovvio
no? Talmente semplice che a
scriverla sembra quasi complicato ;). Invece no: è proprio così semplice.
E
allora?
E
allora si tratta di mettere
consapevolezza in quello che fai e capire in che punto “fai partire” lo stesso meccanismo, che vorresti
cambiare, e quindi sceglierne uno
diverso.
Tutto
qui… ma vediamolo passo passo nel dettaglio
Ecco cosa puoi fare:
1)
Consapevolezza: metti attenzione nelle cose che
fai. Un buon allenamento alla consapevolezza è la meditazione, ma ho una buona notizia per te! Se stai leggendo quest’articolo,
vuol dire che hai voglia di approfondire certe cose di te, questo significa che
metti già una certa attenzione in ciò che fai. In altre parole hai già
sviluppato un buon livello di consapevolezza da permetterti di stare attenta/o
a ciò che fai!
Sull’Adesso ti consiglio di rileggere questi articoli:
L'Adesso il "luogo" per essere felici
Come uscire dal “Pensiero compulsivo” o "Pippe mentali"
Ti ricordo che sulla barra in alto a destra inserendo nome e la tua email riceverai una meditazione guidata gratuita.
Sull’Adesso ti consiglio di rileggere questi articoli:
L'Adesso il "luogo" per essere felici
Come uscire dal “Pensiero compulsivo” o "Pippe mentali"
Ti ricordo che sulla barra in alto a destra inserendo nome e la tua email riceverai una meditazione guidata gratuita.
2)
Scegli
il momento in cui vuoi intervenire.
Esatto, come nell’esempio della mano bagnata. Se ad esempio, non vuoi l’asciugamano umido, ti basta adottare un cambiamento prima di asciugarti le mani nell’asciugamano. Oppure, se non vuoi le mani bagnate, puoi scegliere di intervenire prima di metterle in acqua. Senza consapevolezza, queste azioni vengono in automatico, ma se ci metti attenzione ti accorgerai di quello che stai facendo.
Esatto, come nell’esempio della mano bagnata. Se ad esempio, non vuoi l’asciugamano umido, ti basta adottare un cambiamento prima di asciugarti le mani nell’asciugamano. Oppure, se non vuoi le mani bagnate, puoi scegliere di intervenire prima di metterle in acqua. Senza consapevolezza, queste azioni vengono in automatico, ma se ci metti attenzione ti accorgerai di quello che stai facendo.
3)
Cambia
azione. Lì per lì questo punto ti potrà sembrare il più difficile. In realtà non
è così, i più difficili li hai appena compiuti: consapevolezza e scelta del
momento. Ti sembrerà difficile proprio per la tendenza a ripetere la stessa
vecchia azione. La coazione a ripetere, appunto.
Il segreto è farsi la domanda, proprio in questo preciso momento: “cosa posso fare di diverso da solito?”
Quindi basta scegliere un’azione diversa, anche se ti sembrerà, e ti assicuro che ti sembrerà, molto strana. Certo è nuova! Adottala!
Anche la nuova azione potrebbe risultare sbagliata, non lo saprai finché non la avrai adottata. Non hai nulla da perdere: la vecchia sai che era sicuramente sbagliata. Quindi meglio provare a scegliere la cosa nuova e aggiungere una esperienza, una nuova possibilità!
Il segreto è farsi la domanda, proprio in questo preciso momento: “cosa posso fare di diverso da solito?”
Quindi basta scegliere un’azione diversa, anche se ti sembrerà, e ti assicuro che ti sembrerà, molto strana. Certo è nuova! Adottala!
Anche la nuova azione potrebbe risultare sbagliata, non lo saprai finché non la avrai adottata. Non hai nulla da perdere: la vecchia sai che era sicuramente sbagliata. Quindi meglio provare a scegliere la cosa nuova e aggiungere una esperienza, una nuova possibilità!
Provare per credere! Inizia subito con una piccola azione, così potrai usare lo stesso schema con qualcosa di più importante!
Se ti è
piaciuto questo articolo leggi anche:
Che belle le cose che scrivi, sembrano come dici tu così banali, e sono invece così difficili...
RispondiEliminaIn fondo per non bagnarsi una mano basta non metterla nell'acqua!
Mi piace molto anche l'immagine che hai scelto della scala per risalrire dal buco (della serratura).
Il segreto è proprio questo: trovare ogni volta la giusta chiave da inserire, e non cercare di forzare le serrature con chiavi sbagliate.
Oggi è il primo giorno di pioggia di questa estate caldissima: sceglierò di non bagnarmi, anche grazie a questo tuo post!
Grazie Claudio.
Giancarlo
Grazie Giancarlo! confermo spesso le cose banali sono anche le più difficile! Lo sono anche per me ovviamente: un conto è parlarne un conto è farlo.
EliminaMa alla fine è possibile e quando lo è sembra proprio facile....
Mi piace infatti la naturalezzza con cui decidi di usare la chiave giusta (che bella metafora hai colto dall'immagine!)e decidi di non bagnarti
ciao
Ciao Claudio,
RispondiEliminami capita sempre …….noi buddisti lo chiamiamo Karma, ci si può lavorare e come dici tu già il fatto che io Francesca sono consapevole delle mie magagne, nel senso che le vedo, già questo rappresenta un passo in avanti, poi potrebbe essere un passo di formica (ti ricordi il gioco regina reginella quanti passi devo fare per raggiungere il tuo castello…….), di sicuro anche tu sarai stato coinvolto in questo gioco “un po’ da femmine”, i maschi di solito si divertono a fare i giochi con le femmine. Oggi sto sul gioco, grazie sempre delle tue mail interessanti. Io sono molto vicina al tuo pensiero.
Ciao a presto
Francesca
Per favore puoi rispondermi in privato o come anonimo? Non riesco ad essere puntuale, appunto, ripeto sempre lo stesso errore! Grazie.
EliminaCome si fa ad essere sempre puntuali? A non ricadere nello stesso errore...
Eliminaciao uso i blog pubblici per aiutare quante più persone possibili pubblicamente.
EliminaSe mi autorizzi sarei felice di risponderti pubblicamente (tra l'altro risulti anonimo e non so nemmeno se sei maschio o femmina)
se invece vuoi fare un percorso privato, valuta se poò fare al caso tuo cliccando qui:
http://www.claudiopadovani.it/incontri-di-crescita/
Che bello Francesca il paragone con il gioco "quanti passi devo fare..." rende molto bene l'idea specie se la lego con i 5 punti dell'autobiografia "della buca"!
RispondiEliminaogni punto è un passo in pù in cui si aggiunge consapevolezza. immagino questo:
1 manca molta consapevolezza
2 appare nascosta sia nel "fingo" sia nel "mi civorrà.." che nel "non posso crederci"
3 tutta l'azione "sbagliata"viene svolta in consapevolezza
4 la consapevolezza appare in tempo per evitare il danno
5 la consapevolezza interviene prima di scegliere la direzione
mi piace pensare che ogni passo è in effetti un avvicinamento alla "consapevolezza" più alta...
Buon cammino nel Dharma (l'opposto del Karma)
e grazie per la stimolante riflessione
Claudio
Grazie Claudio, è quasi un mese e mi sento davvero un altro...affronto tutto con piu'consapevolezza e determinazione, grazie ancora
RispondiEliminaOttimo Mauro, mi fa davvero piacere! Grazie per il tuo feedback
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