Cosa
ho imparato dalla spia americana e dal “segreto” della Vipassana.
Ovvero
la “Libertà di essere te stesso”
C’era
una volta un Agente Segreto di nome John. Lavorava per la CIA e spesso operava
in oriente.
Era
un agente operativo (sai del tipo
intrufolarsi, scovare documenti, fotografarli alla James Bond?) e la sua vita era ovviamente piena di stress! Tanto stress! Tantissimo
stress. (hai visto: La
gestione dello Stress - Che cosa è lo stress? e La
gestione dello Stress – I RIMEDI contro lo STRESS ?)
Un
bel giorno pensò qualcosa del tipo: “Con tutto
questo stress addosso finisco per fare qualche sciocchezza che mi può costare la vita! Devo fare
assolutamente qualcosa!” si guardò attorno e vide che li in oriente si praticava la meditazione. Pensò bene di impararla.
Il
suo fine era migliorare il suo stato da spia! Fare meglio l’agente segreto. I
primi effetti della meditazione si fecero sentire. Era sicuramente più centrato
e a lungo andare divenne più consapevole di quello che stava facendo.
E
sai che succede a chi è consapevole
di quello che sta facendo?
1) che fa meglio quel che “deve” fare
2) che diventa libero di sceglie di farlo! Non c’è più il “deve” semmai diventa: “è meglio farlo quindi lo faccio”
1) che fa meglio quel che “deve” fare
2) che diventa libero di sceglie di farlo! Non c’è più il “deve” semmai diventa: “è meglio farlo quindi lo faccio”
E
se non è veramente meglio? Se il meglio è altro? Ebbene sei libero di scegliere
se continuare e cambiare. Questo grazie alla consapevolezza che si ottiene con
tecniche di cui la migliore è senza dubbio la pratica della meditazione!
John
si interrogò se e la vita da spia era quello che davvero voleva. Decise che non
faceva per lui.
Non
è facile per un Agente Segreto dire agli altri: “sai domani smetto” mica te lo
fanno fare così facilmente! Lui fu in grado (mi
piace pensare: grazie alla consapevolezza) di defilarsi senza alcun danno e
conseguenza.
E
visse felice e contento insegnando e praticando la meditazione per il resto
della sua vita.
Io
mi rispecchio in questa scelta. Facevo un bel lavoro che mi piaceva a cui ero
legato, lo faceva mio padre prima di me: il produttore di spettacoli teatrali.
A
forza di meditare mi fu sempre più chiaro quello che veramente volevo fare
della mia vita e piano piano, senza fuga, ma con scelta consapevole, lasciai il
teatro per dedicarmi a quello che realmente mi piace fare: aiutare gli alti e
vivere di questo (farne una professione).
Potevo
scegliere di continuare a fare teatro e con la meditazione mi riusciva anche
meglio di prima: ero molto meno stressato. Di fatto, quando sono più
consapevole di me, sono più libero di essere realmente me stesso!
Proprio
come accadde a John. Che si fece prima monaco e poi continuo ad insegnare
tornando allo stato laico. Sembra una storia inventata vero?
John
Coleman è davvero esistito ed ha lasciato il suo corpo pochi giorni fa.
Ne
ho sentito molto parlare dal mio maestro (con
cui avevano condiviso delle esperienze) e ne ha scritto a lungo Tiziano
Terzani, impressionato da questo omone alto e decisamente americano,
perennemente in tuta e maglioni anonimi, che insegnava la meditazione vipassana
ai thailandesi, veri custodi di questo tipo di meditazione. (trovi una meditazione vipassana gratis qui
in altro a destra inserendo nome ed email)
Meditazione
Vipassana ai tailandesi! È strano perché è un po’ come chiedere ad un inglese
di prepararci un piatto di spaghetti alla carbonara! Molti in Italia hanno
conosciuto John Coleman visto che ha fatto diversi ritiri anche nella nostra
penisola
Ecco come ne parla Tiziano Terzani
in “la
fine è il mio inizio” ( a proposito
lo sai che è stato proprio l’ultimo spettacolo teatrale
che ho prodotto?)
Quell'anno di viaggi terrestri lo
finisco di nuovo in Thailandia e faccio un passo verso quella che dopo è
diventata la mia seconda vita, il corso di meditazione con John Coleman.
E questo mi aprì una porta.
Comincio a entrare in un altro
mondo, mi occupo d'altro per la prima volta nella mia vita. Pensa un po', ero
vissuto per anni e anni in Asia comprando buddha di qua e di là senza mai
chiedermi cosa ci faceva quello li, seduto a occhi socchiusi, con le mani sul
ventre. Non me l'ero mai chiesto. Eh, me lo chiesi e andai anch'io a fare
quella roba lì.
Una settimana di silenzio, di
mangiare vegetariano, senza mai parlare. All'ashram c'era la regola del
Silenzio d'oro, per cui non è che fai la conversazione “Ah, lei è giornalista?
Da dove viene? Ah sì, c'ero anch'io in Giappone. L'ha mangiato il sushi, le
piace il pesce crudo?” Niente di tutto ciò. E anche questa fu una piccola
rivelazione per me.
A John Coleman, il mio agente della
CIA che per primo ha cercato di insegnarmi a meditare, non gliene fotteva
niente che io fossi il giornalista Tiziano Terzani.
Ero un culo seduto su un cuscino.
Dovevo raggiungere un certo stato e se non ci riuscivo era perché in tutte le
mie vite precedenti, da tre o quattrocento anni, avevo fatto il bischero e non
mi ero mai concentrato sull'ombelico.
Era un sollievo, un gran sollievo,
perché mi tirava fuori, hai capito?
Io non sono riuscito a diventare un
meditatore, riesco a star seduto per mezz'ora, un'ora, a fare il piano della
giornata, a fare un po' di silenzio intorno a me, ad acquietare la mente. Ma
non sono un meditatore.
Ho ripensato molto a quello che tu
mi chiedevi sulla meditazione. Io credo che, come dire... Innanzitutto la
meditazione è una cosa inconscia. Non è che tu ti metti lì e dici “Ora medito!”
Perché, come diceva Coleman “Ho visto tante galline star sedute ore e ore sulle
uova, ma non ne ho vista una diventare illuminata”. Il problema non è stare
seduto lì, il problema è entrare, inconsciamente proprio, per spinta interiore,
in una dimensione in cui senti che le cose non sono come appaiono, che c'è un
altro livello. E questo è quello che ti consola, che ti tira su, a cui ricorri,
a cui puoi tornare.
E solo concentrandoti e lasciando
fuori tutto quello che è fuori... Tutto quello che è fuori lo lasci fuori da
te, fuori, fuori, fuori – i rumori, gli uccellini, le passioni, le delusioni –
fuori, fuori. E rimane questo nucleo vuoto, se vuoi, che sei tu. O almeno, non
il tu Folco, ma quel tu che è parte di questa cosa che non è nemmeno l'umanità,
è il cosmo.
E quando incominci a vederle così,
le cose cambiano.
A
questo punto ti potresti domandare: “vabbè Cla’ ma mi hai abituato a darmi
degli strumenti pratici, a me adesso mi è solo venuta tanta voglia di meditare!
Che mi lasci di pratico?”
Semplice!
Il modello di riferimento alla base di quasi tutte le mie meditazione è proprio
quello di Coleman: la meditazione vipassana. È molto facile da fare e la puoi
scaricare gratis, se non lo hai ancora fatto, inserendo il tuo nome ed il tuo
indirizzo in alto alla barra a destra. Scaricala adesso! Se invece l’hai già scaricata:
falla!
Image: freedigitalphotos.net / Top Secret Stamp by
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